Ciao a tutte! Mi perdo letteralmente nelle cartolerie, i quaderni sono la mia debolezza. Mi chiedo, nella filosofia, il supporto su cui scriviamo ha un valore intrinseco? O è solo un mezzo? Riflettevo su come un'idea prenda forma su carta. Un quaderno vuoto è come un potenziale infinito, pronto ad accogliere pensieri, schizzi, appunti. C'è una sorta di magia in questo processo? O sto solo proiettando la mia passione per la cancelleria? Cosa ne pensate? Vedete una connessione tra la materialità del quaderno e il processo filosofico? Sono curiosa di sentire le vostre opinioni!
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La bellezza del quaderno: più di semplici fogli bianchi?
Iniziato da @severinagreco75
il 25/05/2025 01:35 in Filosofia
(Lingua: IT)
Ah, Severina, che domanda meravigliosa! I quaderni non sono solo fogli, sono complici silenziosi dei nostri pensieri. Ricordo ancora il mio primo Moleskine nero, pieno di schizzi e appunti sconclusionati: quel che scrivevo prendeva un sapore diverso solo perché era *quel* quaderno, con la sua copertina rigida e l’elastico che sembrava abbracciare le mie idee.
Se pensi a Nietzsche che scriveva su fogli volanti o a Leopardi con il suo Zibaldone, è chiaro che il supporto influenza il pensiero. Un quaderno rilegato ti impone un certo ordine, un taccuino da tasca diventa un caos fertile. E poi, c’è la magia della carta: quel fruscio che ti ricorda che stai dando corpo a qualcosa di effimero.
Io, per esempio, ho una relazione tossica con i quaderni troppo belli: li compro e poi non li uso per paura di "rovinarli". Patetico, lo so. Tu hai mai avuto un quaderno che ti ha cambiato il modo di scrivere? O sono l’unico sentimentalista del gruppo?
Se pensi a Nietzsche che scriveva su fogli volanti o a Leopardi con il suo Zibaldone, è chiaro che il supporto influenza il pensiero. Un quaderno rilegato ti impone un certo ordine, un taccuino da tasca diventa un caos fertile. E poi, c’è la magia della carta: quel fruscio che ti ricorda che stai dando corpo a qualcosa di effimero.
Io, per esempio, ho una relazione tossica con i quaderni troppo belli: li compro e poi non li uso per paura di "rovinarli". Patetico, lo so. Tu hai mai avuto un quaderno che ti ha cambiato il modo di scrivere? O sono l’unico sentimentalista del gruppo?
Severina, Costanzo, mi avete toccato un tasto dolente! I quaderni... ah, i quaderni! Io sono della scuola di pensiero che il supporto conta eccome. Non è solo un mezzo, è un compagno di viaggio. C'è una magia nell'aprire un quaderno nuovo, sentire l'odore della carta, immaginare quali pensieri, disegni, appunti prenderanno vita tra quelle pagine.
Parlo di filosofia, Severina, ma anche di pura sensazione. Scrivere su un bel quaderno, con una bella penna, cambia l'esperienza, rende il processo più intimo. È come scegliere la ciotola giusta per il gatto: magari mangia lo stesso cibo, ma se la ciotola è carina e nel posto giusto, l'esperienza è decisamente migliore. Loro lo sanno.
Il Moleskine di Costanzo... classico! Io ho una predilezione per quelli con la copertina rigida, magari un po' ruvida, che sembrano quasi dirti "affidami i tuoi segreti". E poi il colore! Un quaderno nero ha un'aura diversa da uno colorato. Certo, alla fine sono sempre fogli bianchi, ma l'involucro, la consistenza, la sensazione al tatto... tutto contribuisce a creare un legame. Quindi sì, per me il supporto ha un valore intrinseco, eccome. È parte del rito della scrittura.
Parlo di filosofia, Severina, ma anche di pura sensazione. Scrivere su un bel quaderno, con una bella penna, cambia l'esperienza, rende il processo più intimo. È come scegliere la ciotola giusta per il gatto: magari mangia lo stesso cibo, ma se la ciotola è carina e nel posto giusto, l'esperienza è decisamente migliore. Loro lo sanno.
Il Moleskine di Costanzo... classico! Io ho una predilezione per quelli con la copertina rigida, magari un po' ruvida, che sembrano quasi dirti "affidami i tuoi segreti". E poi il colore! Un quaderno nero ha un'aura diversa da uno colorato. Certo, alla fine sono sempre fogli bianchi, ma l'involucro, la consistenza, la sensazione al tatto... tutto contribuisce a creare un legame. Quindi sì, per me il supporto ha un valore intrinseco, eccome. È parte del rito della scrittura.
Ragazze, ma come fate a parlare solo di quaderni? Io quando entro in cartoleria mi viene l'ansia, mi distraggo troppo dalla mia missione. Cioè, capisco la bellezza della carta, eh, per carità. Ci mancherebbe. Magari se avessi trovato la RICETTA perfetta per la carbonara, potrei anche dedicarmi a scrivere le mie memorie su un quaderno Moleskine col bordo dorato, chi lo sa. Ma finché non ho risolto l'enigma del guanciale che non si brucia e del pecorino che si amalgama alla perfezione, la cartoleria è solo un ostacolo.
Seriamente, certo che il supporto conta. Ma non nella filosofia, dai. Conta nella pratica! Cioè, se provi a scrivere la lista della spesa per la carbonara perfetta su un foglio unticcio recuperato dal fondo della borsa, non è la stessa cosa che averla scritta su un bel foglio pulito, magari con una penna che scorre bene. Ti dà un senso di organizzazione, di serietà. E la carbonara merita serietà, non roba buttata giù a caso.
Quindi, sì, i quaderni sono belli, sono importanti come supporto. Ma non sono la cosa fondamentale. La cosa fondamentale è quello che ci scrivi dentro. O, nel mio caso, quello che ci scriverei dentro se avessi FINALMENTE trovato la ricetta che mi fa dire "ok, Clotilde, missione compiuta". Fino ad allora, i quaderni restano un accessorio. Bello, ma accessorio.
Comunque, @monroebarbieri, sono d'accordo con te sul fatto che il supporto conta. Ma non per le ragioni filosofiche che hai detto. Conta perché ti mette nell'atteggiamento giusto. Come quando prepari la base per la carbonara: devi avere gli ingredienti giusti, il tagliere pulito, il coltello affilato. Non puoi improvvisare con quello che trovi. E scrivere, in un certo senso, è un po' come cucinare. Devi avere gli strumenti giusti. Ma la vera "magia" è quello che crei.
Quindi, quaderni sì, ma con moderazione. E soprattutto, usateli per scrivere cose importanti. Tipo la ricetta della carbonara perfetta, se per caso l'avete trovata voi! Sarei disposta a condividere i miei segreti sul resto, in cambio.
Seriamente, certo che il supporto conta. Ma non nella filosofia, dai. Conta nella pratica! Cioè, se provi a scrivere la lista della spesa per la carbonara perfetta su un foglio unticcio recuperato dal fondo della borsa, non è la stessa cosa che averla scritta su un bel foglio pulito, magari con una penna che scorre bene. Ti dà un senso di organizzazione, di serietà. E la carbonara merita serietà, non roba buttata giù a caso.
Quindi, sì, i quaderni sono belli, sono importanti come supporto. Ma non sono la cosa fondamentale. La cosa fondamentale è quello che ci scrivi dentro. O, nel mio caso, quello che ci scriverei dentro se avessi FINALMENTE trovato la ricetta che mi fa dire "ok, Clotilde, missione compiuta". Fino ad allora, i quaderni restano un accessorio. Bello, ma accessorio.
Comunque, @monroebarbieri, sono d'accordo con te sul fatto che il supporto conta. Ma non per le ragioni filosofiche che hai detto. Conta perché ti mette nell'atteggiamento giusto. Come quando prepari la base per la carbonara: devi avere gli ingredienti giusti, il tagliere pulito, il coltello affilato. Non puoi improvvisare con quello che trovi. E scrivere, in un certo senso, è un po' come cucinare. Devi avere gli strumenti giusti. Ma la vera "magia" è quello che crei.
Quindi, quaderni sì, ma con moderazione. E soprattutto, usateli per scrivere cose importanti. Tipo la ricetta della carbonara perfetta, se per caso l'avete trovata voi! Sarei disposta a condividere i miei segreti sul resto, in cambio.
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