Ciao a tutte! Negli ultimi mesi mi sento davvero sopraffatta dal lavoro: scadenze serrate, richieste sempre più complesse e la sensazione di non staccare mai. Nonostante ami il mio lavoro, temo che questa situazione stia minando la mia creatività e la mia passione. Qualcuna di voi ha affrontato qualcosa di simile? Come avete gestito il burnout senza perdere la motivazione? Avete strategie concrete per ritrovare l'equilibrio, magari anche piccoli accorgimenti quotidiani? Mi piacerebbe sentire le vostre esperienze e consigli. Grazie mille in anticipo per il supporto!
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Come gestire il burnout lavorativo senza perdere la motivazione?
Iniziato da @giacomasacchi80
il 25/05/2025 09:30 in Lavoro e Carriera
(Lingua: IT)
Giacoma, ti capisco troppo bene, sono passata da un burnout devastante qualche anno fa e ti dico: non è solo questione di forza di volontà, serve proprio un cambio di ritmo! Il primo consiglio che ti do è imparare a dire NO, anche se fa paura: non puoi essere una supereroina 24/7, credimi, l’energia si esaurisce come una batteria del telefono se la usi tutta senza pause. Io ho iniziato a dedicare 10 minuti al giorno a una “mini pausa creativa”: ascoltare una canzone che adoro, fare qualche esercizio di respirazione o persino ballare in salotto (sì, anche se sembra sciocco!). Ti ridà sprint e ti riaccende la passione. Poi, un’altra cosa fondamentale è staccare davvero: weekend senza mail, senza Whatsapp di lavoro, niente “last minute” che ti fagocitano. So che è difficile, ma il cervello ha bisogno di rigenerarsi. Infine, se riesci, prova a ritagliarti qualche ora per un hobby che ti fa vibrare, anche qualcosa di leggero come leggere un libro o fare una passeggiata in mezzo al verde. Io ho riscoperto il piacere di camminare in montagna, e ti giuro, è una medicina naturale per l’anima! Forza, non mollare, la passione si può riaccendere, serve solo ascoltarsi di più!
Elena ha già dato alcuni consigli preziosi, ma voglio aggiungere la mia esperienza personale. Anch'io ho attraversato un periodo di burnout lavorativo e ho imparato che la chiave è trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale. Una cosa che mi ha aiutato molto è stata stabilire delle "zone libere" dal lavoro, come ad esempio la mia camera da letto o il giardino, dove non porto mai il laptop o il telefono. Inoltre, ho iniziato a praticare yoga e meditazione, che mi hanno aiutato a gestire lo stress e a ritrovare la calma. Anche io concordo sull'importanza di dire NO quando è necessario e di prendersi pause creative durante la giornata. Sarebbe utile anche rivalutare le priorità e delegare i compiti quando possibile. Spero che queste strategie possano essere utili anche a te, Giacoma.
Capisco perfettamente il tuo stato d'animo, Giacoma. Anch'io ho attraversato periodi simili e posso dirti che il primo passo è riconoscere che non si può andare avanti indefinitamente senza conseguenze. Il mio motto è "carpe diem", quindi cerco sempre di vivere il momento e non farmi travolgere dalle preoccupazioni. Una cosa che mi ha aiutato molto è stata cambiare la mia routine quotidiana, iniziando a svegliarmi un po' prima per fare qualcosa che mi piace, come leggere o fare una passeggiata. Inoltre, ho imparato a pianificare il mio tempo in modo più efficiente, stabilendo priorità e limiti chiari. Anche io concordo sull'importanza delle pause creative e dello staccare completamente dal lavoro durante il weekend. Un'altra cosa che mi ha aiutato è stata rivalutare le mie aspettative e imparare a delegare quando possibile. Spero che queste strategie possano esserti utili.
Sono d'accordo con tutte quante sul fatto che il burnout sia una cosa seria e che richieda un cambio di passo radicale. Una cosa che ho fatto io, e che mi ha aiutato tantissimo, è stata quella di riscoprire la mia "identità fuori dal lavoro". Mi spiego meglio: quando sei sommersa dalle responsabilità lavorative, inizi a identificarti solo con quello, dimenticando chi eri prima e cosa ti piaceva fare. Io ho ripreso a fare trekking nel weekend, una passione che avevo accantonato da anni, e devo dire che è stato terapeutico. Il contatto con la natura, l'attività fisica e la solitudine (sì, anche quella!) mi hanno aiutato a ricaricare le batterie. Inoltre, concordo sull'importanza di dire NO e di stabilire confini netti tra lavoro e vita privata. Io ho anche iniziato a tenere un diario della gratitudine, dove ogni sera scrivo tre cose per cui sono grata: è un esercizio che ti aiuta a spostare la focus sulle cose positive. Spero che queste idee possano essere utili anche a te, Giacoma!
Giacoma, ti capisco benissimo, perché ho passato un momento simile qualche anno fa e so quanto sia devastante sentirsi così svuotate, anche quando ami il lavoro che fai. Quello che ho imparato è che il problema non è solo staccare fisicamente, ma soprattutto mentale. Le “zone libere” di cui parlano le altre sono fondamentali, ma per me la vera svolta è stata imparare a dire no senza sensi di colpa. Spesso siamo le prime a pretenderci troppo e a sottovalutare l’importanza del nostro benessere.
Un piccolo ma potente consiglio: prova a ritagliarti ogni giorno almeno 10 minuti per qualcosa che ti fa stare bene, anche se sembra banale – per me è ascoltare musica o leggere qualche pagina di un libro leggero, tipo “L’eleganza del riccio”, che mi ha aiutata a ritrovare leggerezza nei momenti più bui. E se puoi, prova a inserire nella tua routine qualche attività all’aria aperta, anche solo una passeggiata vicino casa. La natura ha un effetto che nessun farmaco può darti.
Non sei sola, e non devi fare tutto da sola. Delegare è un atto di coraggio, non di debolezza. Spero davvero tu riesca a ritrovare quel fuoco dentro senza sentirti sopraffatta. Forza!
Un piccolo ma potente consiglio: prova a ritagliarti ogni giorno almeno 10 minuti per qualcosa che ti fa stare bene, anche se sembra banale – per me è ascoltare musica o leggere qualche pagina di un libro leggero, tipo “L’eleganza del riccio”, che mi ha aiutata a ritrovare leggerezza nei momenti più bui. E se puoi, prova a inserire nella tua routine qualche attività all’aria aperta, anche solo una passeggiata vicino casa. La natura ha un effetto che nessun farmaco può darti.
Non sei sola, e non devi fare tutto da sola. Delegare è un atto di coraggio, non di debolezza. Spero davvero tu riesca a ritrovare quel fuoco dentro senza sentirti sopraffatta. Forza!
Mi sento molto vicina a te, Giacoma, e a tutte le altre che hanno condiviso le loro esperienze. Anch'io ho attraversato periodi di burnout e so quanto sia difficile mantenere la motivazione quando tutto sembra crollare intorno. Una cosa che mi ha aiutato moltissimo è stata riscoprire la gioia di fare le cose senza uno scopo preciso. Ad esempio, ho ripreso a dipingere, una passione che avevo accantonato da anni, e ho trovato che mi aiutava a rilassarmi e a ritrovare la creatività. Anche io concordo sull'importanza di stabilire confini netti tra lavoro e vita privata e di imparare a dire no senza sensi di colpa. Un'altra cosa che mi ha aiutato è stata la pratica della mindfulness, che mi ha insegnato a essere più presente e a non farmi travolgere dalle preoccupazioni. Spero che queste suggestioni possano esserti utili, Giacoma. Non sei sola in questo percorso.
Giacoma, ti capisco fin troppo bene. Anch'io ho avuto periodi in cui montare mobili IKEA al contrario sembrava più semplice che gestire il lavoro. La verità? Il burnout è una merda, e l'unico modo per uscirne è agire, non aspettare che passi da solo.
Concordo con chi ha parlato di ritrovare passioni dimenticate, ma aggiungo: fai qualcosa di *totalmente inutile*. Io, ad esempio, ho iniziato a collezionare tappi di bottiglia. Assurdo? Sì, ma mi costringe a pensare ad altro.
Altro consiglio spiccio: imposta un timer per le pause. Non quelle da 5 minuti per il caffè, ma 20-30 minuti dove *davvero* stacchi. Cammina, guarda il cielo, bestemmia se serve. E soprattutto, impara a mandare a quel paese le richieste impossibili con educazione ma fermezza.
Se poi vuoi un libro che ti faccia ridere invece di piangere, prova "Niente di grave" di Daria Bignardi. A me ha salvato più di uno psicologo. Forza, non sei sola in questo caos.
Concordo con chi ha parlato di ritrovare passioni dimenticate, ma aggiungo: fai qualcosa di *totalmente inutile*. Io, ad esempio, ho iniziato a collezionare tappi di bottiglia. Assurdo? Sì, ma mi costringe a pensare ad altro.
Altro consiglio spiccio: imposta un timer per le pause. Non quelle da 5 minuti per il caffè, ma 20-30 minuti dove *davvero* stacchi. Cammina, guarda il cielo, bestemmia se serve. E soprattutto, impara a mandare a quel paese le richieste impossibili con educazione ma fermezza.
Se poi vuoi un libro che ti faccia ridere invece di piangere, prova "Niente di grave" di Daria Bignardi. A me ha salvato più di uno psicologo. Forza, non sei sola in questo caos.
Genesis, grazie mille per questo commento pieno di verità e ironia! Mi hai strappato un sorriso (e ho già ordinato il libro). Adoro l’idea del *totalmente inutile* – forse inizierò a collezionare scontrini di caffè, giusto per sentirmi vagamente ribelle.
Hai ragione sull’importanza di staccare davvero: proverò con le pause lunghe, anche se all’inizio mi sentirò in colpa. E quel "mandare a quel paese con educazione"? Arte pura.
Il tuo messaggio mi ha dato una bella spinta. Forse il primo passo è accettare che non serve essere perfetta, ma solo umana.
Hai ragione sull’importanza di staccare davvero: proverò con le pause lunghe, anche se all’inizio mi sentirò in colpa. E quel "mandare a quel paese con educazione"? Arte pura.
Il tuo messaggio mi ha dato una bella spinta. Forse il primo passo è accettare che non serve essere perfetta, ma solo umana.
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