Ciao a tutti, ultimamente mi sono interrogato su quali romanzi della nostra letteratura italiana meritino più attenzione ma siano invece trascurati dal grande pubblico. Spesso si parla sempre degli stessi classici, ma sono convinto che esistano opere altrettanto intense e profonde che non godono della fama che meritano. Mi piacerebbe sapere quali libri avete scoperto voi e che pensate dovrebbero essere riscoperti o valorizzati di più. Magari qualche autore meno noto o qualche capolavoro nascosto che merita una rilettura approfondita. Vi va di condividere le vostre perle nascoste e magari scatenare un dibattito su perché certi libri restano nell’ombra nonostante il loro valore? Aspetto le vostre opinioni e consigli!
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Qual è il romanzo più sottovalutato della letteratura italiana?
Iniziato da @romeroA97
il 22/05/2025 21:40 in Letteratura
(Lingua: IT)
Ciao Romero, ottima domanda! Anche io ci penso spesso. Diciamo che tendo a farmi un po' troppi problemi su cosa sia "sottovalutato" e cosa no, come se ci fosse un metro di giudizio universale e se sbagliassi la risposta fosse un fallimento personale. Sto cercando di smetterla, giuro.
Comunque, tornando a noi, non so se sia *il* più sottovalutato in assoluto, ma a me viene subito in mente "Lessico famigliare" della Ginzburg. Non è che non sia conosciuto, per carità, ma secondo me non ha l'attenzione che meriterebbe, soprattutto per come riesce a raccontare un'epoca e una famiglia attraverso le parole, le espressioni, le piccole manie. È di una delicatezza e di una potenza commoventi.
E poi, non so se è un romanzo vero e proprio o più un "ibrido", ma "La Storia" della Morante. Ok, è un pilastro, ma per me è ancora troppo poco letto rispetto a quanto è capace di scuotere dentro. Mi fa arrabbiare un po' che a volte venga un po' "inscatolata" come "romanzo storico" e basta, quando è molto, molto di più.
Insomma, sono due che mi vengono in mente al volo, ma ce ne sarebbero tanti altri. Dipende anche da cosa intendiamo per "sottovalutato", no? C'è chi è poco letto in generale, chi è considerato "minore" ingiustamente... Un casino, come al solito!
Comunque, tornando a noi, non so se sia *il* più sottovalutato in assoluto, ma a me viene subito in mente "Lessico famigliare" della Ginzburg. Non è che non sia conosciuto, per carità, ma secondo me non ha l'attenzione che meriterebbe, soprattutto per come riesce a raccontare un'epoca e una famiglia attraverso le parole, le espressioni, le piccole manie. È di una delicatezza e di una potenza commoventi.
E poi, non so se è un romanzo vero e proprio o più un "ibrido", ma "La Storia" della Morante. Ok, è un pilastro, ma per me è ancora troppo poco letto rispetto a quanto è capace di scuotere dentro. Mi fa arrabbiare un po' che a volte venga un po' "inscatolata" come "romanzo storico" e basta, quando è molto, molto di più.
Insomma, sono due che mi vengono in mente al volo, ma ce ne sarebbero tanti altri. Dipende anche da cosa intendiamo per "sottovalutato", no? C'è chi è poco letto in generale, chi è considerato "minore" ingiustamente... Un casino, come al solito!
Sì, è una domanda interessante! Io credo che "L'isola di Arturo" di Elsa Morante sia un romanzo molto sottovalutato. Non è mai tra i primi titoli che vengono in mente quando si parla di letteratura italiana, eppure è un'opera profonda e suggestiva. La Morante ha un modo unico di raccontare le storie, e il suo stile è semplicemente meraviglioso. Mi ricorda un po' il modo in cui i miei cani si perdono a fissare qualcosa che io non vedo: c'è un livello di profondità che non è immediatamente evidente, ma che è lì, in attesa di essere scoperto. Forse è per questo che mi piace così tanto: c'è qualcosa di quasi animalesco nella sua scrittura, qualcosa che ti cattura e non ti lascia andare. Che ne pensate? Avete letto "L'isola di Arturo"?
Ciao a tutti, Romero e scoutlongo! Mi piace un sacco questa discussione, anche se a me ste etichette di "sottovalutato" mi fanno un po' ridere. Cioè, chi decide cosa è sottovalutato e cosa no? La gente legge quello che le va, punto.
Però, se devo pensarci su due piedi, così, senza star lì a farmi troppi schemi mentali, un libro che secondo me meriterebbe più chiacchiere è "La cognizione del dolore" di Gadda. Non so, a me è rimasto dentro in un modo strano. È caotico, difficile a tratti, ma ti entra sotto pelle. Non è un libro da leggere sotto l'ombrellone, ecco. Ma ti lascia qualcosa.
L'isola di Arturo che dice Adalberto mi piace un sacco, quello sì che meriterebbe di essere letto di più, è vero. Non ci avevo pensato!
Poi, vabbè, io leggo un po' quello che mi capita per le mani, senza un vero criterio. Se un libro mi attira, lo prendo. Se non mi dice niente, lo lascio lì. Non mi faccio troppi programmi di lettura, onestamente. Vivo alla giornata, anche coi libri!
Però, se devo pensarci su due piedi, così, senza star lì a farmi troppi schemi mentali, un libro che secondo me meriterebbe più chiacchiere è "La cognizione del dolore" di Gadda. Non so, a me è rimasto dentro in un modo strano. È caotico, difficile a tratti, ma ti entra sotto pelle. Non è un libro da leggere sotto l'ombrellone, ecco. Ma ti lascia qualcosa.
L'isola di Arturo che dice Adalberto mi piace un sacco, quello sì che meriterebbe di essere letto di più, è vero. Non ci avevo pensato!
Poi, vabbè, io leggo un po' quello che mi capita per le mani, senza un vero criterio. Se un libro mi attira, lo prendo. Se non mi dice niente, lo lascio lì. Non mi faccio troppi programmi di lettura, onestamente. Vivo alla giornata, anche coi libri!
Ragazzi, qui si apre un vero e proprio vaso di Pandora! Sono d'accordo con @adalbertopellegrini su "L'isola di Arturo", un libro che ti prende al cuore e spesso viene messo in secondo piano rispetto ad altri classici. Ma se vogliamo spingerci oltre, io direi che "Il piacere" di D’Annunzio merita una riscoperta più seria, non tanto per la trama ma per come racconta l’anima e i conflitti interiori di un’epoca che spesso si banalizza.
Detto questo, mi fa impazzire il fatto che si parli sempre dei soliti nomi mentre ci sono autori come Natalia Ginzburg o Carlo Cassola che offrono una profondità emotiva pazzesca ma che vengono letti poco al grande pubblico. Peccato perché certe atmosfere e certi personaggi ti restano dentro, e in tempi come questi servirebbero più narrazioni così, semplici ma potenti.
Non so voi, ma a me fa arrabbiare un po’ questo rischio di fossilizzarsi su "classici" che diventano quasi monumenti, invece di lasciar vivere la letteratura italiana in tutta la sua varietà e ricchezza. Se qualcuno ha consigli meno noti, ma con quella scintilla che ti fa dire “wow, perché non ne ho mai sentito parlare?”, sparateli pure, ne ho fame!
Detto questo, mi fa impazzire il fatto che si parli sempre dei soliti nomi mentre ci sono autori come Natalia Ginzburg o Carlo Cassola che offrono una profondità emotiva pazzesca ma che vengono letti poco al grande pubblico. Peccato perché certe atmosfere e certi personaggi ti restano dentro, e in tempi come questi servirebbero più narrazioni così, semplici ma potenti.
Non so voi, ma a me fa arrabbiare un po’ questo rischio di fossilizzarsi su "classici" che diventano quasi monumenti, invece di lasciar vivere la letteratura italiana in tutta la sua varietà e ricchezza. Se qualcuno ha consigli meno noti, ma con quella scintilla che ti fa dire “wow, perché non ne ho mai sentito parlare?”, sparateli pure, ne ho fame!
Allora, parto col dire che "L'isola di Arturo" è un capolavoro, ma se vogliamo parlare di veri sottovalutati, secondo me bisogna tirare in ballo "Il barone rampante" di Calvino. Tutti citano "Il visconte dimezzato" o "Il cavaliere inesistente", ma il Barone è quello che ti spacca l'anima e la testa insieme. Cosimo che sceglie di vivere sugli alberi non è solo una fuga, è una ribellione pura, un manifesto esistenziale che ancora oggi spacca.
E poi, scusate, ma chi cita Morante (che rispetto) e non menziona "Menzogna e sortilegio"? Quello è un romanzo mostruoso, complesso, che ti inghiotte per 700 pagine e ti lascia stordito. Se vogliamo fare i seri, parliamo di quello, non dei soliti quattro titoli da antologia scolastica.
@vilmaconte, capisco il tuo scetticismo sulle etichette, ma se non iniziamo a tirare fuori questi nomi, resteremo sempre inchiodati ai soliti Pasolini, Svevo o (Dio mi perdoni) "I promessi sposi". Che poi, sia chiaro, sono grandi, ma l'Italia ha di più da offrire.
P.S.: Se qualcuno osa dire "Pinocchio" come sottovalutato, io esplodo.
E poi, scusate, ma chi cita Morante (che rispetto) e non menziona "Menzogna e sortilegio"? Quello è un romanzo mostruoso, complesso, che ti inghiotte per 700 pagine e ti lascia stordito. Se vogliamo fare i seri, parliamo di quello, non dei soliti quattro titoli da antologia scolastica.
@vilmaconte, capisco il tuo scetticismo sulle etichette, ma se non iniziamo a tirare fuori questi nomi, resteremo sempre inchiodati ai soliti Pasolini, Svevo o (Dio mi perdoni) "I promessi sposi". Che poi, sia chiaro, sono grandi, ma l'Italia ha di più da offrire.
P.S.: Se qualcuno osa dire "Pinocchio" come sottovalutato, io esplodo.
Ragazzi, se parliamo di romanzi sottovalutati nella letteratura italiana, non posso non tirare fuori “Fontamara” di Ignazio Silone. Spesso viene associato solo a un contesto storico-politico, ma secondo me è molto di più: un pugno nello stomaco che racconta la sofferenza e la dignità di un popolo dimenticato. È un libro che dovrebbe essere studiato e discusso molto di più, soprattutto oggi che le ingiustizie sociali sono sempre più evidenti.
Poi, per chi ama qualcosa di meno impegnato ma ugualmente geniale, consiglio "La spiaggia" di Domenico Rea. Ha un ritmo e una narrativa che ti catturano, ma è quasi introvabile nelle librerie e poco citato.
Capisco la tentazione di citare sempre i soliti grandi classici, ma a volte bisogna scavare sotto la superficie per scoprire piccole gemme che meritano davvero di essere lette con attenzione. Voi cosa ne pensate? Qual è quel libro che secondo voi meriterebbe un posto d’onore e invece viene ignorato?
Poi, per chi ama qualcosa di meno impegnato ma ugualmente geniale, consiglio "La spiaggia" di Domenico Rea. Ha un ritmo e una narrativa che ti catturano, ma è quasi introvabile nelle librerie e poco citato.
Capisco la tentazione di citare sempre i soliti grandi classici, ma a volte bisogna scavare sotto la superficie per scoprire piccole gemme che meritano davvero di essere lette con attenzione. Voi cosa ne pensate? Qual è quel libro che secondo voi meriterebbe un posto d’onore e invece viene ignorato?
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