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Quale libro mi ha fatto viaggiare più lontano senza muovermi?

Iniziato da @micahrusso11 il 23/05/2025 10:40 in Letteratura (Lingua: IT)
Avatar di micahrusso11
Ciao a tutti! Sono micahrusso11. Ho sempre amato l'idea del viaggio, anche se la vita mi tiene un po' ancorato. Fortunatamente, i libri sono il mio passaporto per mondi lontani e avventure incredibili. Volevo sapere da voi: qual è quel libro che vi ha letteralmente trasportato altrove? Quello che vi ha fatto sentire di essere lì, a sentire i profumi, a vedere i colori, a vivere le emozioni dei personaggi? Sono curioso di scoprire i vostri tesori letterari che aprono le porte dell'immaginazione. Avete un titolo in particolare da consigliare? Aspetto i vostri suggerimenti!
Avatar di riley.562
Se vuoi davvero viaggiare con la mente senza muoverti di un centimetro, ti consiglio caldamente *Sulla strada* di Jack Kerouac. È il classico per antonomasia del viaggio on the road, ma non è solo un libro: è un’esperienza, un tuffo nella gioventù ribelle degli anni ’50 negli Stati Uniti. Ti porta in posti che forse non vedrai mai, ma ti fa sentire ogni singola sferzata di vento e ogni notte insonne come se fossi lì con loro.

Se invece sei più per qualcosa di esotico, “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón ti catapulta nella Barcellona gotica e misteriosa, un mix di viaggio nell’anima e nelle strade. Non è solo un libro, è un labirinto di emozioni e atmosfere.

E non scherziamo: se ti piacciono mondi completamente alieni, devi leggere *Neuromante* di William Gibson. Ti porta nel futuro ma con una tale forza visiva che ti sembra di camminare davvero in quelle città oscure e tecnologiche.

Per chiunque dica che leggere non è “viaggiare davvero”, beh, evidentemente non ha mai toccato un libro che ti fa dimenticare persino di dove sei seduto. Se vuoi qualche link o ebook, fammi sapere, che ho una lista infinita pronta all’uso.
Avatar di biagiolongo
Ah, Kerouac. Certo, il classico del "viaggio" senza muoversi, anche se la maggior parte di quelli che lo citano non credo abbiano mai fatto davvero un viaggio che si avvicini anche lontanamente a quello descritto. *Sulla strada* è un buon libro, per carità, ma se stiamo a parlare di *viaggiare lontano*, inteso come staccare la spina e finire in un altro universo, io vado su qualcosa di diverso.

Dico la verità, a me il viaggio più vero l'hanno fatto fare quei mattoni che ti buttano addosso mondi interi, talmente dettagliati da sembrarti quasi reali. Penso a *Dune* di Herbert. Non è solo una storia, è un'immersione totale in un ecosistema alieno, con le sue regole, le sue culture, i suoi intrighi. Ti ritrovi a sentire il caldo arido di Arrakis, l'odore del melange, la vastità del deserto. Quello, per me, è viaggiare senza muoversi. Ti dimentichi della sedia su cui sei seduto, del rumore del frigo in cucina. Sei lì, punto. E non parlo solo del primo, tutta la saga è un viaggio che ti porta sempre più a fondo in un universo complesso e affascinante.

Quindi sì, Kerouac ok, ma se vuoi davvero scappare, buttati su Herbert. E preparati, perché non è una gita fuori porta, è un'escursione nell'ignoto.
Avatar di arseniofiore92
Allora, la questione del "viaggio" letterario è interessante, anche se, diciamocelo, parlare di Kerouac come l'unico modo per farlo mi sembra un po'... limitante. Non fraintendermi, *Sulla strada* ha il suo perché, l'ho letto anch'io, ma liquidare tutto il resto in quel modo, come se fosse l'unica via per "viaggiare senza muoversi", è un po' riduttivo. E poi, la stoccata di biagiolongo su chi lo cita senza aver "mai fatto davvero un viaggio" è una di quelle cose che mi fanno un po' girare i coglioni, sinceramente. Ma che ne sai tu di chi ha letto cosa e di cosa ha provato?

Vabbè, lasciamo perdere le polemiche da forum. Tornando alla domanda di micahrusso11, il libro che a me ha fatto viaggiare di più, nel senso di portarmi in un mondo completamente diverso e farmi sentire lì, non è stato un classico del "viaggio". Anzi, a pensarci bene, i libri che mi hanno fatto viaggiare di più sono spesso quelli che meno ti aspetti.

Uno che mi viene in mente subito è *Cent'anni di solitudine* di Gabriel García Márquez. Non è un viaggio fisico, ovvio, ma quel libro ti sbatte letteralmente in faccia un universo talmente denso, strano, magico e disperato che ti senti catapultato dentro, in quella Macondo polverosa e piena di storie incredibili. È un viaggio nel tempo, nelle emozioni, nelle stranezze dell'animo umano. Ti assicuro, dopo aver letto quel libro, il mondo ti sembra un po' diverso, un po' più strano, e la tua mente ha fatto un viaggio pazzesco.

Poi, se vogliamo parlare di luoghi reali, ma raccontati in modo da farti sentire lì, mi viene in mente anche qualcosa di diverso, magari meno "letterario" nel senso stretto, ma potentissimo nel creare immagini e sensazioni. Penso a certi reportage o a certi libri che raccontano culture lontane, non in modo didascalico, ma con un'immersione totale. Tipo certi libri di Bruce Chatwin, anche se anche lui è diventato un po' un'icona e c'è chi lo cita a sproposito. Però *In Patagonia* ha qualcosa che ti prende e ti porta via.

Insomma, per me il vero viaggio letterario non è seguire la massa e leggere quello che ti dicono gli altri che "devi" leggere per viaggiare. È trovare quel libro, anche inaspettato, che ti prende per mano e ti porta altrove, dentro di te o in un mondo che non conoscevi. E non importa se è un classico o qualcosa di nicchia, l'importante è che ti faccia sentire che stai andando da qualche parte. E su questo, Kerouac o meno, non transigo.
Avatar di patrizioromano
Ma dai, Kerouac? Seriamente? Non dico che non ci stia, eh, *Sulla strada* ha il suo perché, per carità. Però come l'unico modo per "viaggiare" senza muoversi mi sembra una visione un po'... limitata, ecco. E poi Biagio, non è che per apprezzare un libro sul viaggio devi per forza aver fatto il giro del mondo in autostop, su. Ognuno viaggia come gli pare, no?

Personalmente, se devo pensare a un libro che mi ha davvero sradicato dal divano e spedito altrove, non è Kerouac. A me ha sempre funzionato da Dio *Il deserto dei Tartari* di Buzzati. Non so, quell'attesa, quell'incertezza, quel confine invisibile... ti fa sentire l'immensità e l'assurdità del tutto in un modo che pochi altri riescono. È un viaggio interiore, certo, ma ti porta in un luogo che senti sulla pelle. O anche *Moby Dick*, che cacchio. Non è solo una caccia alla balena, è un'ossessione che ti trascina via, ti fa sentire il sale sulla faccia e la pazzia che monta.

Insomma, il "viaggio" in un libro non è solo la descrizione di un paesaggio o di un percorso fisico. È l'emozione che ti trasmette, la sensazione che ti lascia addosso, il modo in cui ti fa guardare il mondo dopo averlo letto. E per quello, a volte, un libro che non parla esplicitamente di "viaggi" ti fa viaggiare molto più lontano di uno che lo fa.

Quindi sì, Kerouac per chi piace, ma non fermiamoci lì. C'è un mondo di libri là fuori pronti a portarti chissà dove. Basta avere la voglia di farsi un po' sballottare.
Avatar di margheritafiore
Ma no, non ditemi che dobbiamo per forza parlare di Kerouac! Sì, "Sulla strada" è un libro incredibile, ma io ho un debole per "La mia Africa" di Karen Blixen. Leggerlo mi ha fatto sentire il profumo dell'Africa, i suoi spazi aperti, la sua luce. È come se fossi stata lì, tra le colline e le savane, senza mai muovermi da casa. La scrittura di Karen Blixen è così evocativa che ti trasporta in un mondo diverso. E poi, l'arte è anche questo, no? Creare mondi nuovi con le parole, proprio come fanno gli artisti con i colori e le forme. Mi ricorda quando sono stata al Museo d'Arte Moderna di New York, e ho visto quei paesaggi astratti che sembravano aprirsi verso l'infinito... Ecco, "La mia Africa" fa qualcosa di simile con le parole.
Avatar di stormferrara55
Ma seriamente, Kerouac? Ragazzi, con tutto il rispetto, *Sulla strada* è una lettura che ha il suo fascino, per carità, ma se parliamo di farci "viaggiare", di sentirsi catapultati altrove senza muovere un muscolo... io ho bisogno di qualcosa di un po' più avvolgente.

Non so voi, ma io quando leggo voglio *sentire* i profumi, *vedere* i paesaggi, quasi toccare con mano le culture diverse. E sinceramente, per me, il libro che mi ha fatto viaggiare più lontano è stato *L'ombra del vento* di Zafon. Non vi dico, mi sono sentita per le strade di Barcellona, dentro quel Cimitero dei Libri Dimenticati... un'atmosfera così densa, così magica, che mi sembrava di essere lì.

E poi, se devo pensare a un viaggio con la maiuscola, quello che ti cambia dentro, non posso non citare *Il Piccolo Principe*. Ok, non ti porta in un luogo geografico preciso, ma ti porta in un viaggio dentro te stesso che è mille volte più importante. E ti lascia quella sensazione di dolcezza e malinconia che solo un buon sonno o un quadratino di cioccolato possono eguagliare.

Quindi, via Kerouac (per ora, eh!), e spazio a chi ci fa sognare davvero! Magari con una bella tazza di tè e un biscotto accanto.
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